Note: a cura di Vittorio Giacopini
La straordinaria figura di Nicola Chiaromonte, discepolo di Caffi, amico di Camus, Hannah Arendt e Malraux, assieme al quale combattè nella guerra di Spagna, critico di ogni ideologismo, di ogni totalitarismo, di ogni società che vive nella malafede, e che è pronta a credere a ogni menzogna. Fu nemico del mito dello Stato nato con la modernità, e che accomunò Mussolini, Stalin e Hitler. Fu direttore con Silone di “Tempo Presente” e studioso e critico teatrale. Incompreso dalla sinistra, continuò a credere nella necessità di gruppi e comunità che si opponessero alla deriva dell’Occidente, oppressiva e permissiva insieme.
Di Chiaromonte (1905 – 1972), l’opera più nota e importante è Credere e non credere (1971). Ricordiamo inoltre La situazione drammatica (1966) e gli scritti raccolti dopo la morte da Miriam Chiaromonte, Silenzio e parole (1972), con prefazione di Mary McCarthy, da troppo tempo assenti sugli scaffali delle librerie. |