Note: Forse si potrà veramente parlare dei poeti con cuore aperto e commosso, quando si finirà di imprigionarli entro categorie astratte e si finirà di estraniarli dalla loro storia: quando cioè non si parlerà più di decadentisti e di crepuscolari, di realisti e di ermetici, per restare entro i cataloghi ufficiali e acquisiti; quando non si dirà che il poeta aspira al parnaso o si vota alla metastoria, per considerarlo invece nella sua individualità umana e per vederlo immerso nel mare della sua storia.
Sempre che sia all’altezza, e diversamente non ha ragione di sopravvivere, per sostenere il ruolo di protagonista e quello assai più importante di interprete.
Il primo ad invocarla questa operazione, di pulizia storica e letteraria e umana, è proprio Rudy De Cadaval, poeta che ha percorso, magari con qualche sofferto ritardo, gli itinerari dell’ufficialità e del successo fino a raggiungere i vertici con la massima estimazione universale; ma anche artista che al carro del successo non sempre è riuscito ad ancorare le sue fortune di uomo. Dell’uomo, anzi, ha sofferto e soffre fino in fondo la straziante ma anche esaltante epopea. |