Note: Prefazione:
Mi è capitato spesso di interessarmi di poesia e di poeti, molti addirittura di elevata qualità, ma solo poche volte ho avuto il piacere di sentirmi così emotivamente trasportato come nel caso di poeti dello spessore di Pasquale Montalto e di Stanislao Donadio. La loro poesia, mi ha toccato e mi tocca nel profondo e mi coinvolge sempre più. È una poesia che non conosce vuoti di forma o di contenuto, non tollera intrusioni contaminanti e di maniera ed ha una sola misura, che si condensa nell’altezza del sentire e del canto, un sentire ed un canto fortemente ispirati e profondamente autentici. E le poesie che i due poeti propongono in questa pregevole antologia, ne sono di certo un segno pregnante e concreto.
La poesia di Stanislao Donadio è poesia del tempo, come traspare dai suoi versi, anzi è poesia dell’inquietudine del tempo, direi, inquietudine vissuta nel profondo, in cui si addensano le ansie dell’uomo del nostro tempo che, afflitto dalle tempeste quotidiane, ambisce alla serenità e alla speranza d’armonia, un’armonia che il poeta trova nell’arte. Un altro anno – egli canta – uguale al precedente / Sarà quest’anno che raddoppia il venti / (...) / ... il pettirosso e la pettirossa / Saltellano al bacio di gennaio / vanno da un ramo all’altro senza sosta / Fanno l’amore sopra al mio solaio (Poesia degli anni a trascorrere 2). Sono versi bellissimi! Scorre in essi, tanta delusione per un anno che non promette nulla di nuovo, ma altrettanta dolce armonia si profila in quella magica immagine d’amore, che culla il pettirosso e la pettirossa.
La poesia di Pasquale Montalto, è poesia della luce, quella che sorge in Via del Sole, poesia d’una luce donde si dipanano serenità e speranza. Ma è anche poesia del sogno, non come onirico muoversi di fantasmi e di frammenti di vita e di speranza, bensì come anima vitale che illumina e tonifica l’esistenza dell’uomo, dando senso al suo essere e al suo esserci. Poesia domani / al tramonto / - egli canta - un sogno s’avvicina, / ad Est / sull’orizzonte / salta una Sirena, / (...) / la donna del mare / trova ristoro sulla riva, / solarità che vince sull’attesa (La certezza dell’acqua). Versi profondi, ricchi di pathos e di suggestiva serenità, versi in cui lo scavo della parola si traduce in tenere immagini. E la sua poetica è poetica dello scavo, dell’andare in traccia, quasi in un cammino psicanalitico, del cercare sublimine gli oscuri moti dell’anima per evocarli dal profondo, dove essi dimorano silenti, e quindi tradurli in poesia. È poetica della musicaltà interna al verso e della tensione tesa verso l’in sù, come nei versi Con Marc Chagal, in cui si coglie il bisogno di guardare alla vita dall’alto, per spogliarla dalle sue aporie e dall’inquieta misura particolar- individualistica, che è dis- armonia e sofferenza. Perché – egli canta – ci innalziamo sulla città? / Forse voglia di superiorità? / Oppure spirito di più libertà? / Oltre non chiedermi, taci ora (Con Marc Chagal Sulla città, II). (...)
(Dalla Prefazione di Eugenio Maria Gallo) |