Note: Io sono gli altri contiene poesie e poemetti che puntano il dito sulla guerra in Ucraina, sul disastro di Cutro, sul bombardamento della NATO a Novi Sad (Serbia), sulla condizione dei bambini in luoghi di guerra, sul massacro dei minatori in Sudafrica; dei due poemetti finali, il primo è il racconto tragico di un giovane rivoluzionario che ammaliato dalla lotta armata, muore in uno scontro con la polizia; il secondo mette a fuoco la vita dei soggetti di ’plastica’ nella società telegenica, in cui l’essenza della vita si concretizza nella consacrazione del passaggio televisivo. Un’antifrasi del mondo digitale. «L’Io qui è come una voce fuori campo, che narra le tragedie e le ingiustizie del mondo, sia nei testi singoli che nei poemetti. Emergono personaggi, accadimenti, luoghi, dove si consuma la sofferenza umana. E la voce è quasi un ’grido’ contro il male del mondo, che spesso noi umani infliggiamo ad altri umani. È un libro sul dolore del mondo. Un libro di voci spezzate, a cui il poeta guarda sempre con empatia. Non c’è una facile soluzione a tutto questo, se non - forse - un nuovo Rinascimento, un mondo alternativo dove riconoscerci come facenti parte dell’unica razza umana». |