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Italiae medievalis historiae II. Premio letterario Philobiblon 2007
di F. Serpico, G. M. Cantarella,  2010,  Tabula Fati
RACCONTI
ISBN: 9788874751617
collana: Carta da visita
condizioni: NUOVO

Note:
Quando arriva la notte e i sogni ritornano dal viaggio, tutto, ogni minuto vissuto nel giorno alla luce del sole sembra lontano, quasi che a segnare la linea del tempo ci fosse un fossato profondo e per un istante completamente buio… E’ solo un attimo quanto basta per varcarlo, poi tutto ritorna com’è, com’era prima eppure diverso, ammantato di una luce che fa sembrare chiaro anche il nero, e lascia intravedere solo i colori più tenui.
Ci sono tanti modi per ricordare che dietro i nostri passi sono stati solcati milioni di sentieri, tante le immagini che ritornano alla mente quando con un colpo d’occhio rientriamo dal viaggio intrapreso, anche mille e mille anni fa, nel passaggio del tempo dal presente al passato e ritorno.
Forse a tutti noi è capitato almeno una volta di alzare lo sguardo verso le volte di una cattedrale o di soffermarci sugli archi romanici di un’abbazia; di varcare l’arco d’ingresso ad un borgo e sentire, lontano, il ferro del maniscalco. Abbiamo immaginato tutto? Ascoltiamo cori e leggiamo incisioni, cercando di afferrare i giorni e gli anni che ci dividono da un passato che è rimasto in memoria dietro ogni angolo. Ammiriamo tele e mescoliamo colori che attraverso gli occhi arrivano alla mente, salda custode di un tempo che fu.
In questa piccola raccolta ci sono quattro racconti. Quattro modi diversi di sentire il tempo che passa su di noi e di afferrare la memoria che scorre nel fiume della vita. Come un pescatore che getta l’amo in compagnia dell’orizzonte, l’attesa di ognuno è stata silenziosa, paziente e attenta. Il medioevo è un’epoca lontana, l’età di mezzo nella quale gli autori vincitori di questa edizione del Premio “Philobliblion” hanno ambientato i loro racconti, parlando del tempo e di come è arrivato dentro le parole, che scorrono e trasportano il lettore laddove qualcuno ha vissuto un’avventura, sia che si tratti di un umile frate o di un grande cavaliere, di una strega o del suo inquisitore. In tempo d’assedio o di tregua secolare, nella scrupolosa liturgia del giorno e della notte, nel racconto moderno di un’epoca passata l’avventura troverà luogo e spazio per vivere in eterno.
Diamo voce alle parole.
Fulvia Serpico

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