Note: Il nuovo libro di Antonio Del Giudice raccoglie sotto il titolo lievemente favoloso due sezioni di prose in apparenza molto diverse, la prima dedicata a figure femminili ritratte in scorci fulminei che condensano una vita in poche sequenze, la seconda che accosta singoli fotogrammi colti al volo, scorci e dettagli della vita metropolitana che ricordano le fotografie di Vivian Meier. Ma l’apparente diversità non deve trarre in inganno. Al centro della sua scrittura, asciutta al limite del referto e puntata come un dito sul mondo attuale, agisce ferma e invisibile, forse anche non confessabile, la visione o meglio memoria di un mondo arcaico, un mondo fatto di lunghe pazienze, di logoranti fatiche, di povertà e ingenua sapienza della vita. E chi se non la donna può incarnare la modernità disincantata, disinibita e al tempo stesso il richiamo profondo di sentimenti, slanci e pudori di un mondo in qualche misura naturale, sconfitto ma ancora vivo? |