Note: Chi è protagonista della Casa in collina? Corrado, oppure la collina, la guerra, la resistenza, la politica, la storia, la religione, la riflessione sul ruolo dell’intellettuale, la solitudine, la morte? Non esiste una sola chiave di lettura, al contrario Pavese concede a ognuno la possibilità di attraversare queste pagine assecondando il proprio interesse, a patto di non mettere nulla a tacere, lasciando che i temi si affollino, si sovrappongano, si intreccino secondo una tecnica narrativa che fin da subito vuole tradurre in parole il clima di quel momento storico e le sue contraddizioni.Corrado è sì «la viltà davanti all’azione», ma è soprattutto «l’angoscia davanti al mistero», l’«estremo problema di ogni azione» ed è questo che Pavese vuole raccontare, perché è questa «una realtà di oggi».(C. Pavese, Lettere 1926-1950, vol. II, a cura di L. Mondo e I. Calvino, Einaudi, Torino 1968, 2 voll., p. 705, lettera a Rino Dal Sasso, 1° marzo 1950.) «Io volevo rappresentare un esitante, un solitario, che attraverso o malgrado la sua viltà, scopre dei valori o almeno intuisce che ci sono dei valori nuovi (senso della morte, umiltà, comprensione degli altri ecc.)», scrive ancora Pavese a Dal Sasso e conclude: «se tu dici che ci sono riuscito male, puoi aver ragione, anzi hai ragione senz’altro; se dici che questi temi non bisogna proporseli, allora alzo le spalle. Il mondo è grande e c’è posto per tutti».( Ivi, pp. 710-11, lettera a Rino Dal Sasso, 20 marzo 1950.) |