Note: Silvana Cellucci ancora una volta tocca con la sua penna lieve ma profondamente incisiva il tema dell’amore infelice, agognato eppure mai raggiunto, o magari realizzato ma mai conquistato appieno. Intorno ai suoi personaggi si stende il vuoto della realtà: solo la fantasia può riempirlo, per brevi tratti, con un tourbillon di situazioni destinate però a sciogliersi inesorabilmente al ritorno “con i piedi per terra”, che coincide sempre con la pazzia. È questa l’unica condizione possibile per coloro che rifiutano ostinatamente di vivere la concretezza di un presente troppo angusto, rifugiandosi nelle sicure plaghe del passato o nelle irreali profondità del futuro. La storia è particolarmente significativa e si dipana attraverso il parallelismo tra bene e male, rappresentato qui da due uomini che si contendono in maniera diversa e con atteggiamenti assolutamente contrapposti il cuore di Jana, fanciulla portata per indole a idealizzare le figure maschili che le si presentano innanzi e a vivere con impulsività le occasioni offerte dal caso, pur riflettendo con estrema serietà sulle conseguenze dei suoi atti. |