Note: Decine di miliardi ogni anno finiscono nel tritatutto delle “casse integrazioni guadagni”, meccanismi assistenziali finanziati dall’INPS e dal Ministero del Tesoro, che il più delle volte non costituiscono altro che “pannicelli caldi e costosi” per accompagnare le imprese verso una fine indecorosa e senza speranza e l’incremento sempre più drammatico della disoccupazione. Aziende come Fiat, Pirelli, Sorgenia, Alitalia, Telecom, Whirpool, Blutec, continuano a ottenere miliardi dallo Stato dopo drammatiche e inutili trattative e poi pagano le tasse all’estero, dove hanno dislocato i propri stabilimenti, lasciando migliaia di lavoratori italiani senza salario. Gli accordi sindacali spesso comprendono anni e anni di sussidi all’80% della retribuzione, ma le piccole imprese non godono dello stesso trattamento: un vero e proprio discrimine che ha fatto lievitare i fallimenti a cifre da capogiro. Perché non permettere, allora, ai lavoratori di scegliere del loro destino in seno all’azienda, come già è accaduto e accade in molte parti del mondo, consentendo loro di inserirsi negli organi decisionali delle aziende in crisi e poi espropriando le aziende decotte, per riconsegnarle a loro il tempo necessario a riavviarle e reintrodurle sul mercato? Chi saprebbe rilanciarle meglio? Dov’è scritto che imprenditori si nasce? E perché questi dettami, pur presenti nella nostra Costituzione, non sono stati mai messi in pratica, né i sindacati ne hanno preteso la disamina? Questo testo si prefigge lo scopo di portarvi alla scoperta di un mondo alternativo, dove la partecipazione sociale del mondo del lavoro alla gestione dell’impresa potrebbe costituire il vero, autentico volano per la ripresa concreta della nostra economia. |