Note: La Giustizia Verace di Maria Campgna è uno studio sulle opere prime di questa scrittrice siciliana, la cui prematura scomparsa non gli permise il completamento di numerosi autografi che aveva avviato. Questo lavoro vuole essere una finestra spalancata sul meraviglioso viaggio introspetttivo e psicologico dei suoi personaggi, con una vibrante scrittura teatrale intrisa di vigore poetico e vision interiore prospettica, la scrittrice lascia che essi si raccontino sulla scena mettondili completamente a nudo, senza orpelli retorici. Avvincenti e suadenti come il canto delle sirene, le parole di Maria non sono mai soppesate o veicolate ma piuttosto è prorompente l’effetto che domina sul palcoscenico. Erudita e attenta nella ricostruziione storica dei fatti narrati, nei suoi Fatti di Bronte racconta una giustizia verace che non ha timore di essere urlata e combattuta sino allo stremo delle forze, com’ è stato per i contadini siciliani. Mai oppressi e per nulla susseguosi ognuno di loro contribuisce con il proprio linguaggio alla trama scenica. Lo stesso contributo armonioso lo si deve con le sue donne in Caccia alle streghe, ma il termine strega non ha l’accezione comunemente concepita, bensì sono gli slanci di sovversione, i sentimenti di ribellione, che nelle protagoniste imprimono un nuovo ritrovato senso connotativo ad ognuna di esse. |