Note: 1938: sugli italiani di origine israelita, anche di fede fascista, si abbatte inaspettatamente una selva di misure miranti alla loro progressiva emarginazione politica e sociale. Il tutto tra la sostanziale indifferenza della popolazione ariana, degli intellettuali soprattutto, molti dei quali responsabili di complicità con il regime, salvo poi prenderne le distanze a guerra finita. L’autore ha il merito di presentare un quadro sintetico, ma chiaro ed esaustivo della temperie culturale in cui la tragedia degli ebrei si andava consumando, con riferimenti al mondo accademico, del giornalismo, della canzone, dello sport. Non mancano excursu storici testi a cogliere i momenti più significativi delle persecuzioni antiebraiche e le fandonie che ne sono alla base. Con la disposizione d’animo di chi vuole capire libero da ogni pregiudizio, l’autore si avventura tra le leggi razziali senza fare sconti a nessuno, ma senza fastidiose faziosità. |