Note: Come in ogni romanzo storico che si rispetti, il lettore deve essere abilmente avvinto in una storia dove, seppur minimamente, scatti dell’empatia verso i personaggi ma deve pure accorgersi (e questa è la missione difficile dell’Autore!) che le vicenduole umane sono anch’esse tragedie, degne di stupore non meno dei fatti epici del luogo e dell’età nella quale si è voluto collocare il racconto. Siamo di fronte ad una faticosa ricerca stilistica che l’autrice affronta con coraggio adottando un passo narrativo e un linguaggio sontuoso come un broccato, barocco come i ricami di una pianeta: ma infilati nella ruvida tela tessuta in casa dalle mani di una ragazza di quell’isola scabra che è la Sardegna, l’isola dell’Autrice. Chi non sappia nulla dell’intreccio storico, che si dipana fra due guerre di successione dinastica, intreccio volutamente trascurato nella storiografia scolastica perché del tutto anti-risorgimentale, troverà inciampi e sorprese: storie piratesche e di guerriglia, meschinità dei Grandi e magnanimità dei Piccoli. |