Note: Tra le più alte personalità spirituali che negli ultimi decenni sono apparse in armi contro il drago del materialismo moderno, primeggia in armonia e potenza interiori la personalità di Rudolf Steiner, la cui opera capitale si presenta qui, primamente tradotta, ai lettori italiani. So bene che queste due parole scienza occulta faranno dapprima sorridere molti moderni, i quali non possono ammettere che vi sia altra scienza plausibile fuor di quella ufficialmente riconosciuta dalle corporazioni scientifiche e universitarie; ma perchè il lettore possa tranquillamente affrontare le proprie diffidenze su questo punto elementare, gli basterà riflettere un momento che non precisamente così la pensavano quelle grandi personalità, riconosciute dalla cultura ufficiale, che furono Tommaso d’Aquino, Dante, Campanella, Bruno, per citare i primi nomi che vengono in mente. Il fatto è che la moderna cultura scientifica, dal secolo XVI in poi, pur essendo una cultura a cui si deve indubbiamente la conquista geografica del globo terrestre, e la riconosciuta configurazione dell’universo fisico, nonchè l’attitudine ad una precisione di pensiero più netto e rigoroso di quanto non fosse concesso agli antichi, è una cultura che unisce a questa conquista positiva tutti i difetti e le limitazioni esclusive, che son proprie di un’astrazione. Essa ha compiuto a ben duro prezzo la conquista del mondo fisico e della sua propria forma di pensiero in precisi concetti; perchè ha perduto non solo la coscienza di ciò che vive ed opera dietro l’universo fisico, ma anche la contemplazione di ciò che anima e muove il pensiero stesso dell’uomo. In altre parole, il concetto che la scienza ufficiale si è formato dell’universo è stato ottenuto mediante l’astrazione dalla realtà spirituale del mondo: temporaneamente smarrendo quella che nell’antichità era l’unitaria (sebbene un po’ confusa) percezione immediata del cosmo fisico-spirituale. Per quanto inconsapevolmente, la scienza ufficiale vi ha rinunciato per delimitarsi e specializzarsi nella considerazione e nell’indagine dell’aspetto esteriore del mondo e della vita. Abbiamo accennato ai vantaggi di tale grandioso processo scientifico-filosofico, di cui il principalissimo è il possesso intero della Terra con la parallela comprensione delle leggi naturali meccaniche, e l’inerente potenziamento della concettualità filosofica. Ora bisogna accennare all’altro lato del processo, poichè solo a questa stregua gli uomini, che finirebbero per addormentarsi spiritualmente sulla materia e sulla sua meccanicità passiva, potranno nuovamente risvegliarsi alla coscienza integrale della realtà; giacchè la realtà non è nè astrattamente «spirituale» nè astrattamente «materiale». Lo svantaggio, assai grave, di quella conquista scientifica è appunto la perduta unità dell’insieme, e il senso di esclusione dell’uno dall’altro elemento. Dall’antico passato ad oggi l’uomo ha guadagnato via via una chiarezza sempre maggiore dei suoi sensi fisici e della sua conoscenza scientifica, chiudendosi sempre più all’altra conoscenza, fino a dimenticarla del tutto, e a negarla rabbiosamente, una volta perduta. Quest’altra conoscenza (che un tempo c’era, sebbene confusa) è la conoscenza diretta dello spirito. E, strano a dirsi, con questa perdita, l’uomo è divenuto temporaneamente anche maldestro nell’adempimento dei suoi compiti sociali. L’ingiustizia, che è nulla più che un aspetto della disarmonia interiore umana, ha affiorato tragicamente alla soglia della coscienza sociale, fino ai cataclismi politici e alle lotte per la libertà individuale, che sono le nostre reali decorazioni d’uomini moderni. Sta in fatto che d’ora in poi l’uomo non solo ricupererà gradatamente, col suo sforzo cosciente, la diretta conoscenza dello spirito, ma conserverà, come facoltà acquisita, ciò che ha guadagnato con la scienza e la filosofia, anzi portando nella futura conoscenza dello spirito quella stessa precisione di pensiero individuale ch’egli ha raggiunto. |