Note: «Il surrealismo non è, non è mai stato e non sarà mai una scuola letteraria o un gruppo di artisti, bensì un movimento di rivolta spirituale e un tentativo eminentemente sovversivo di re-incantesimo del mondo, vale a dire il tentativo di riportare al centro dell’esistenza umana i momenti «incantati», «magici» cancellati dalla civiltà borghese: la poesia, la passione, l’amore folle, la fantasia, la magia, il mito, la meraviglia, il sogno, la rivolta, l’utopia... Si tratta di un’avventura intellettuale e passionale a un tempo, politica e magica, poetica e onirica, avviata nel 1924, ma ancora ben lontana dall’aver detto l’ultima parola. I saggi raccolti nel presente volume - che sia «storico» o contemporaneo il loro oggetto - intendono far valere l’attualità delle idee, dei valori, dei miti e dei sogni surrealisti. Il filo rosso e nero che i attraversa è il problema sempre scottante della rivoluzione. Per gli astronomi, dal 1727 la rivoluzione è la rotazione di un corpo intorno al proprio asse. Per il surrealismo, rivoluzione significa assolutamente il contrario: si tratta di interrompere la monotona rotazione della civiltà occidentale su se stessa, di infrangere una volta per tutte questo asse e di creare la possibilità di un altro movimento, di un moto libero e armonico, di una civiltà dell’attrazione appassionata. L’utopia rivoluzionaria è l’energia musicale di questo movimento». (Dall’introduzione di Michael Löwy) |