Il primo romanzo di Valerio Di Stefano (1964, filologo, iberista e curatore di edizione elettroniche e audiolibri dei grandi classici della letteratura mondiale) ci trasporta nel mondo illusorio di Don Fiorentino, parroco di uno sconosciuto paese e grande appassionato di libri e sigari toscani, e dei suoi tormenti interiori. Tra manie, tic, ricordi e eterni riti quotidiani, il protagonista riceve i suoi fantasmi prima di presentarsi all’appuntamento più importante della propria vita, in un una girandola di eterni ritorni del passato. Scritto con abilità, il romanzo è una serie di fuochi d’artificio di citazioni e rimandi continui che strizzano l’occhio al lettore, inserendolo come protagonista della narrazione.
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