Note: L’inizio è in medias res: un mestvire (cantastorie) sta tentando di sfuggire all’inseguimento di un intero villaggio del popolo dei Sarti, ma il possente Tabriz monta a cavallo, lo raggiunge e lo fa prigioniero. Scopriamo che il mestvire è il capo di una pericolosa organizzazione di banditi, le Aquile della steppa, che poche ore prima avevano rapito e portato via la giovane Talmà, proprio durante la cerimonia di nozze che la doveva destinare in sposa a Hossein, il nipote di Giah Agha, uno dei più potenti beg (capi) della steppa. Il mestvire è ricondotto nel villaggio e ucciso con un temibile metodo di tortura. A questo punto inizia un lungo flashback che spiega come il rapimento sia stato organizzato dal cugino di Hossein, Abei, invidioso della bellezza, della forza e della fortuna del suo parente. Il piano di Abei è quello di rapire Talmà con l’aiuto delle Aquile della steppa, per poi fuggire e sposare lui stesso la giovane. Il piano però non riesce del tutto, perché le Aquile incontrano una resistenza più tenace del previsto da parte dei servi di Talmà, e sono costrette a rinviare il rapimento al giorno successivo, quello delle nozze. Il rapimento riesce effettivamente, ma Abei non ha occasione di allontanarsi assieme alle Aquile, venendo quindi costretto a rimanere presso il beg e presso suo cugino facendo buon viso a cattivo gioco (non mancando però di destare alcuni sospetti nel beg)... |