Note: Estate 1997: la corporeità di Marco Pellegrino cominciò a gridare inferni, segni marchiati che solo il puro filosofare avrebbe potuto mettere a fuoco. Sarà l’incontro col suo Maestro ispiratore Emanuele Severino a fornirgli le basi di una Ricerca già da sempre conquistata dall’immenso Cuore non tremante della Verità. Fra incomprensibili taciute, attese invocate e scorci di Luce abbozzati, Pellegrino si è mosso rinnegando subito il Maestro tacciandolo di albergare la stessa follia nichilistica che egli cotanto avversava. Esiste il Qualcosa afferma Pellegrino sin da La struttura concreta dell’infinito, scontrandosi subito contro tutta quella Metafisica che ha inteso l’Essere non come un hic et nunc onnipresente nel divenire degli eterni, ma come un Quid di noumenica essenza giacente in un plus ideale mai raggiungibile. |