Note: Tradotto per la prima volta in italiano, con le note e le osservazioni di uno studioso appassionato di questa figura di rivoluzionario europeo, la più calunniata, la più contraddittoria e la più discussa del XIX secolo.
Louis-Auguste Blanqui (1805-1881) è certamente la figura di rivoluzionario europeo più contraddittoria e più discussa del XIX secolo. Presente in tutte le principali esperienze rivoluzionarie dell’epoca, riuscì a far convergere nella propria persona l’eredità della Rivoluzione francese e di Babeuf (filtrata attraverso Buonarroti), il classismo del nascente socialismo, i dibattiti della Prima internazionale, la ripresa di speranze dopo la sconfitta della Comune. Subì due condanne a morte, quindici processi, trentatré anni e sette mesi di carcere, dieci anni di esilio e di residenze forzate. Ciò non impedì tuttavia che, ancor in vita, i contemporanei lo sommergessero sotto una mole di calunnie, per discreditarne l’immagine. Oggi permane invece la calunnia più radicata, perché posta nell’ordine del pensiero: Blanqui teorizzatore esclusivamente del putsch, del colpo di mano, ideologo in breve del... blanquismo. Il celebre libro di Dommanget è qui tradotto per la prima volta in italiano. Accompagnato dalla cura e le osservazioni di uno dei più appassionati studiosi del pensiero di Blanqui - Gustave Danvier - esso aiuta a strappare dal carcere dell’oblio e delle assurde semplificazioni un protagonista autentico di un secolo di storia europea. |