Note: Non solo avventure ma una delicata storia d’amore con Cristina che sposerà. Un brigante gentiluomo con molti gesti di umanità, entrato in clandestinità suo malgrado, un bandito molto amato e ricordato anche dopo due secoli perché ha aiutato i poveri con il denaro frutto dei suoi furti alle persone abbienti. Giuseppe Mayno della Spinetta (sobborgo d’Alessandria), il bandito di Marengo, ha studiato in Seminario. Dopo alcuni anni, il governo obbliga, anche ai seminaristi, il servizio di leva. In un’osteria, Mayno subisce l’angheria di un sottotenente. Deve fuggire. Ritorna dopo tre anni. Durante la festa di nozze infrange la proibizione dell’uso delle armi da fuoco, imposta dagli occupanti francesi. Diventa capo di una banda agguerrita (200 uomini a piedi e 40 a cavallo), che dà parecchio filo da torcere alla gendarmeria imperiale che occupa il Piemonte. Ruba ai ricchi per aiutare i poveri. Giuseppe Mayno è anche un bandito burlone. Alcuni suoi tiri giocati alle autorità sono rimasti celebri. Un eroe popolare e come tale sa morire. I campi delle sue gesta sono il Piemonte, il Genovesato e la Lombardia. |