Note:
In un’elegante casa di città, c’era una volta una bambola di porcellana, appoggiata su un pianoforte nero, con due luccicanti occhioni neri, dolci e tristi insieme. Come una brava bimba, in silenzio mirava da lì uomini, cose, atmosfere e tutto quello che le girava intorno. Ciò che le doleva, era il non potersi confondere con quel mondo che le appariva così straordinario. Le mancava qualcosa. Non le bastava più essere spolverata dalla padrona, nè la saziavano le moine dei nipoti che di domenica, sfrenati accorrevano per renderle visita. Le mancava qualcosa. Decise allora di andare alla ricerca di quel qualcosa e, come strumento per affrontare il volo, usò la fantasia. Il cuore cominciò a batterle come una creatura vivente: le emozioni scossero il suo animo agitato. Come principe della sua fiaba, scelse il giovine biondo, che talvolta soleva rivolgerle un ironico risolino. Cominciò a scrivere di nascosto intime poesie, che non avrebbero potuto spaventarlo con il loro tormento: in fondo lei si stava solo facendo compagnia. Nei suoi occhi di vetro, scorsi un estremo desiderio di concedersi al sogno... e non potei fare a meno di sognare con lei. |
