Note: Il presente saggio si prefigge lo scopo di ricostruire le vicissitudini storiche, artistiche e politico-amministrative che interessarono l’insediamento francescano stabiese dall’epoca della sua fondazione ad opera dell’alta committenza angioina tra la fine del XIII - inizi del XIV secolo, sino alle soppressioni operate durante il decennio francese. L’analisi ha teso a porre in luce i diversi caratteri, orientamenti programmatici e richiami conformativi alla regola che contrassegnarono le tre famiglie minoritiche che si succedettero nell’amministrazione della casa conventuale: i Conventuali che ressero l’insediamento sino al 1423; gli Osservanti che si avvicendarono sino all’anno 1588; quindi i frati della Più Stretta Osservanza o Riformati che mantennero la gerenza del complesso fino al 1812, anno in cui furono obbligati a trasferirsi nell’antico insediamento cappuccino di Quisisana ubicato sulla collina di Castellammare. Con oltre trecento documenti inediti datati dalla metà del ’500 sino agli inizi dell’800, riportati in appendice a ciascun capitolo. Tra questi: la relazione dell’architetto Giovan Giacomo di Conforto (1622), del tavolario Donato Gallarano (1710), dell’ingegnere Giovanni del Gaizo (1755) unitamente alla pianta dei luoghi da questi redatta, e le lettere dell’architetto Pietro Bianchi (1823). Sono stati inoltre trascritti i fogli formanti la platea della congregazione del Terz’ordine di San Francesco eretta nel convento nel 1624, da reputarsi ad oggi tra i più antichi corpi documentali inerenti alle confraternite stabiesi. Infine è stata riportata l’eccezionale descrizione dell’eruzione del Vesuvio del 1631 manoscritta dal frate Niccolò da Spinazzola presente allora nel convento di Castellammare di Stabia come lettore di teologia. |