Note: “Felice colui che nella passione osa riconoscersi senza orrore.”
Da Roma San Marino, con qualche incursione nella Romagna di Santarcangelo, ancora una volta non sono le risposte il fine dell’intreccio, ma le domande, i dubbi esistenziali e dunque privi di soluzione. Luca Anselmi non sa quale sia il mistero da risolvere, se le ragioni dietro la morte di Fulvio o quelle che lo spingono inevitabilmente a cercare dentro la vita del fratello le ragioni della propria. Riconoscersi in lui sembra diventare allora l’unica possibilità per ricomporla, procedendo in una direzione che mai avrebbe immaginato di prendere e che, già se lo aspetta, non sarà definitiva. Si conclude con L’avvicendamento il ciclo degli opposti, dei doppi, dell’identificazione di un proprio io immaginario iniziata con Affinità Assassine. Luca Anselmi riscopre nella perdita il valore del distacco definitivo, lacerante eppure necessario per prendere coscienza della propria mortale natura. La discesa nei suoi Inferi si avvale di accessi nascosti, immagini surreali generate dalla follia di Fulvio, davanti a cui non vuole arrendersi. La bocca di un vulcano, l’orifizio di una grotta, simboli a cui si aggrappa una mente instabile, valgono quanto la baia di un Paese lontano, non apertura verso il largo, ma prigione essa stessa, tanto quanto il penitenziario che ospita. |