Note:
Elemento fondamentale di questi due scritti, che ritroveremo anche in altre opere mature di Paul Sédir, è la centralità che assume la figura di Gesù. Il quale non proposto come un maestro fra gli uomini, un saggio illuminato che dispensa verità occulte, un grande iniziato ad antichi misteri e neppure come il filosofo di una scuola morale. Gesù è “semplicemente” il figlio di Dio, che realmente è disceso sulla terra, si è incarnato in un corpo di uomo, ha vissuto in mezzo a noi, ha calpestato le strade polverose della Palestina, è stato giudicato, ha sofferto ed è morto sotto Ponzio Pilato. Non siamo quindi innanzi ad una figura rivestita da simbolismi ed allegorie, ad una narrazione (quella evangelica) raccolta in semplici parabole e portatrice di verità occulte per il volgo e splendenti per gli iniziati. No! Gesù, per Paul Sédir, è nato, è vissuto ed è morto realmente; egli è un evento storico, o meglio un accadimento che rompe la linearità della storia, comunque unico ed irripetibile. Il completamento di questo transito terreno non si risolve solamente in un novero di precetti a carattere morale e neppure nella testimonianza di una vita oltre la morte, bensì nella presenza spirituale costante e tangibile di Gesù. Una vicinanza che l’uomo, il buon cristiano, che è posto sulla via del perfezionamento potrà in ogni momento avvertire. Eccoci quindi giunti al fondamento del pensiero realizzativo di Paul Sédir, questo si fonda su due pilastri. Il primo è rappresentato dalla necessità di seguire il modello comportamentale e morale di Gesù. Saranno quindi predilette le opere di carità e di misericordia rispetto ad un vuoto parlare; saranno l’impegno e la testimonianza nella vita quotidiana gli elementi distintivi del buon cristiano. Il secondo fondamento si articola nella “presenza” di Gesù, il quale attende l’uomo sulla soglia del cuore e lo accompagna silenzioso lungo il suo tragitto quotidiano. |
