Note: Il secondo romanzo autobiografico di Nera Luce, un autore estremamente complesso, poliedrico ed eclettico, dopo “Karma”. E la decima opera, che chiude un Ciclo nel cadere dell’Era del Diamante Nero. Una storia che ripercorre da dentro, all’interno della rappresentazione, le principali fasi accorse durante i 42 giorni di quarantena, ai tempi del Coronavirus. Sette capitoli scelti con cura, che percorrono il processo di ascesa agli inferi, tracciando l’evoluzione progressiva del significato. L’idea di un romanzo autobiografico di questo genere, si incasella perfettamente dentro il quadro stilistico di un autore, Nera Luce, che abbiamo già avuto modo di apprezzare in tutta la sua spaventosa complessità, dentro il testo “Metafisica della Magia sessuale”. “Ho scelto di gettare semi, e di focalizzare meglio i punti, evitando l’eviscerazione eccessiva, per dare più spazio di respiro alla storia. Non potevo raccontare un periodo di tempo così vasto eviscerando ogni dettaglio. Volevo ritmo, e soprattutto volevo tradurre il ritmo nel registro linguistico, senza appesantirlo. Volevo rock. Evitare di eviscerare tutto, in questa occasione, non è stato faticoso: mi né venuto del tutto naturale” (Nera Luce)Molti dei punti di svolta sono intenzionalmente sfuocati, o come ama dire l’autrice “sospesi nel nulla”, poiché la loro importanza è talmente grande da far rabbrividire. Tra troppe parole e nessuna, in questo caso, l’autore sceglie la seconda opzione, ma manifesta comunque la volontà di inserirli qua e là come lampi, in un atto di presenza necessario, anche se sussurrandoli a bassissima voce.L’autrice, nella sua scelta di un’abissalità senza fondo, riporta in vita alcuni dei suoi registri linguistici più caustici, il cui germe si trova già presente nel libro “Puttane il seme del male” e che qui giunge a piena maturità, entrando nel pieno controllo dell’uso della parola. Lampi di oracolarità si ibridano ad analisi estremamente focali, dal carattere profondamente introspettivo, e si fondono in modo inatteso con il processo ciclico volto a ricontestualizzare ogni volta il discorso.È un ritorno al centro necessario, che in quest’opera accade spesso, quasi come se fosse un’urgenza. Ciò che sembra divergere, lo fa per un tempo rapidissimo, e subito si riversa nuovamente verso l’interezza unitaria del senso. L’informazione è completata da quella seguente. E siamo ancora una volta davanti ad un vorticare del significato, che è intenzionalmente spezzato per tradurre diversi livelli di realtà, e che attende di essere guadato solo dopo un certo tempo.Il processo che anima gli eventi diventa visione che abita il silenzio, seguita da azioni e scelte specifiche, operanti dentro una nuova consapevolezza. E mentre ciò accade il mondo avanza, il nemico invisibile muta, l’umanità si trasforma.L’autrice vuole trasmettere questa idea di mutamento che accade in un tempo rapidissimo, e che insieme alla potenza della folgorazione crea ampliamento del respiro, tensione alare verso un nuovo senso di libertà dell’essere.L’autrice, in quest’opera partorita in un tempo brevissimo, ci presenta in un certo senso la sua anima, senza filtri e presenta la sua anima a se stessa. Una nudità appesa al Nulla, che scivola in un flusso di parole che si muove come un’onda, senza la complessità linguistica di tutti gli altri testi. Pur rimanendo una grande raffinatezza linguistica ed un’attenzione al dettaglio, Nera Luce qui sveste la complessità per fare emergere l’architettura della sostanza, mostrandosi in essere. |