Note: Dicono gli annali della politica che il primo a parlare di «inciucio» fu Massimo D’Alema. «Una cosa - disse a Repubblica - mi inquieta: l’inciucione, ma glielo racconto un’altra volta...»Era il 28 ottobre 1995, dieci anni fa. Poi, invece di raccontarlo,tentò di farlo. Con il governissimo Maccanico e poi con la Bicamerale. O forse - come ha rivelato nel 2002 in piena Camera Luciano Violante - l’aveva già fatto nel ’94 promettendo a Silvio Berlusconi di non toccargli quanto ha di più caro: le televisioni. Nel Dizionario della lingua italiana di Tullio De Mauro (Paravia), alla voce «inciucio» si legge: «Nel linguaggio giornalistico, accordo informale fra forze politiche di ideologie contrapposte che mira alla spartizione del potere». Dieci anni dopo, in questo libro, raccontiamo gli inciuci che hanno portato alla spartizione della televisione pubblica da parte dei partiti di destra e di sinistra, e all’occupazione militare di quella privata da parte di un signore che, per inciso, è anche capo del governo. Con tanti saluti alla libertà d’informazione, alla libera concorrenza, alla separazione dei poteri. Quante volte ci siamo domandati: ma come ha potuto Silvio Berlusconi arrivare dove sappiamo? Lui dice che si è fatto da solo, ma pecca di ingratitudine verso i tanti che gli han dato una mano. Certo, la loggia P2. Certo, i suoi misteriosi finanziatori degli anni Sessanta, Settanta,Ottanta. Certo, Bettino Craxi e tutto il Caf. Ma tutto questo è finito nel 1993. E poi? Negli ultimi dodici anni, dopo la «discesa in campo», il Cavaliere ha governato 7 mesi la prima volta e 54 la seconda. quelli giudiziari nel suo secondo governo. Missione compiuta. Secondo Bill Emmott, direttore di un settimanale non proprio sovversivo come l’«Economist», «Berlusconi è una creatura dell’opposizione». E, aggiungiamo noi, viceversa. In questo libro, che è il seguito naturale di Regime, raccontiamo che cosa è accaduto nell’ultimo decennio: da quando quel cadavere politico fu rianimato dai suoi sedicenti oppositori con respirazioni bocca a bocca, promosso padre costituente, beneficiato prima con provvidenziali «distrazioni» che gli consentirono di quotare in Borsa i suoi debiti, poi con leggi su misura (vedi alla voce Maccanico) e leggi insabbiate (vedi alla voce conflitto d’interessi) che salvarono il suo monopolio dichiarato incostituzionale dalla Consulta fin dal ’94. Lo facciamo mettendo in fila i fatti, con qualche retroscena e documento inedito. Per esempio i rapporti dei «Comitati corporate» del Biscione, cioè delle riunioni del 1993 a Milano2 in cui Berlusconi e i suoi boys pianificavano l’occupazione della Rai per salvare la Fininvest. Per esempio i carteggi segreti degli emissari in Italia delle major americane, che informavano allibiti i big boss di Hollywood di quanto stava accadendo con il duopolio che diventava monopolio. Raccontiamo come la rinata partitocrazia di destra e di sinistra s’è mangiata la televisione «pubblica» (per non parlare delle Authority) con un inciucione bipartisan che ha la faccia di Claudio Petruccioli, il presidente diessino della Rai scelto dal padrone di Mediaset. |