Note: Se Svolvær era un viaggio intimistico nelle albe della coscienza, L’ombra della Zelkova lo è delle notti dell’introspezione. Tutto si svolge sotto una sottile pioggia che accarezza il volto del lettore, una pioggia fatta di emozioni e sentimento, dove l’acqua, prima che diventi fiocco di neve, si trasforma in un microcosmo intimistico e riluttante a venire alla luce. Si accontenta di apparire in penombra, di diventare fumo leggero e odoroso di erbe aromatiche.Tutto è solo ed esclusivamente sensazione, nulla è certo nemmeno la certezza stessa.Un passo avanti nella scrittura di Michele Bussoni. Un libro impegnativo e denso, dove la ricercatezza del lessico si fonde con la modernità della scrittura. |