Note: Silvia raccolse il corpicino dall’acqua dove giaceva bocconi. Nonostante i vestiti inzuppati era leggerissimo. Con la faccia stravolta dal dolore lo passo al commissario che cadde seduto sullo scoglio col bambino fra le braccia. Piangeva e guardava Silvia poi di nuovo il bambino, la faccia emaciata, le labbra livide, gli occhi chiusi, l’acqua che grondava dai suoi vestiti. Lo strinse a sé alzando gli occhi al cielo. Fu come se una tenaglia gli serrasse la gola, quel piccolo bocciolo non ancora aperto alla vita era il ritratto stesso della morte. La vacanza del commissario Invernizzi è giunta al termine, ma l’incontro con la morte gli lascerà un ricordo indelebile. Un piccolo migrante innocente, che ha l’unica colpa di essere nato nel posto sbagliato, di avere una madre troppo bella, di essere costretto a fuggire dalla miseria. Storie di migranti, di bestie feroci, di uomini senza scrupoli. Che fine ha fatto l’umana pietà? |