Note: L’ultimo giorno di un condannato a morte è un romanzo scritto da Victor Hugo nel 1829. Sono narrati, in prima persona, gli ultimi giorni di vita di un prigioniero del carcere di Bicêtre, destinato al patibolo.
È un libro molto commovente, che fa rammentare le agonie di un prigioniero, torturato dal solo pensiero di attendere per sei settimane la morte.
Coraggiosa critica alla pena di morte nella Francia ottocentesca.
Hugo scrive un documento contrario alla pena capitale portando come tesi l’angoscia, la paura e l’impotenza del condannato stesso, rendendo in tal modo il lettore partecipe della tortura dell’attesa. Senza difendere un caso specifico (ignoti infatti sono sia il nome che il delitto commesso dal condannato), perora la causa dei condannati in generale e si erge contro la pena di morte e il sistema giudiziario.
Interessante anche il prologo dell’edizione originale: un dialogo in un salotto della Parigi per bene tra persone che commentano e criticano fortemente sia lo stile che il contenuto del romanzo. Uno specchio fedele delle idee e della società dell’epoca. |