Note: In questo romanzo di Silvana Cellucci ritorna il leit motiv dell’amore infelice che, come le note che risuonano fra le righe di questo romanzo, sostanzia il vuoto di un’esistenza; è un vortice intenso che in nessun modo regala la libertà ad una donna ormai preda della passione amorosa, di quell’Eros che nell’antichità era vissuto come ricerca della verità. In questo viaggio nelle profondità dell’anima, l’autrice ci conduce per strade sconosciute alla fredda razionalità e ci regala una possibile, diversa visione di noi stessi e della realtà, ci invita a interrogarci sulle nostre pulsioni, sui nostri sentimenti, a compiere quell’ultimo passo che ci separa da una nuova vita, ad abbandonarci a quell’ultimo quarto di luna che, seppure inosservato, si compie in un mistico specchio di luci. Un romanzo, questo, che vuole essere un inno all’amore per l’arte, espressione del Sé e della rinascita interiore, un inno al suo potere contro ogni falsità e contro la morte spirituale. |