Note: Ci sono parole comuni, spesso abusate, il cui significato letterale, benché nascosto, sembra avere maggiore profondità di quello metaforico o derivato. Una di queste è interfaccia: essa designa le complesse forme di interazione linguistico-prossemica tra esseri umani (il faccia-a-faccia), ma in termini sistemici può anche riferirsi alla relazione uomo-animale, uomo-vegetale o uomo-inorganico, come pure allo scambio animale-vegetale, animale-animale o animale-inorganico. In termini psicosociali, a fronte della insopprimibile tendenza ad antropomorfizzare l’interfaccia macchinica, ormai gli umani tendono a relazionarsi tra loro solo attraverso interfacce non umane, prevalentemente digitali, mentre un ultimo livello si dischiude quando due o più intelligenze artificiali conversano attraverso interfacce progettate dall’uomo per riprodurre, o al contrario per superare il carattere autoreferenziale dell’interazione umana.
Testi di: Vincenzo Cuomo, Eleonora de Conciliis, Luca Fabbris, Romano Gasparotti, Friederich Kittler, François Laruelle, Jean-Claude Léveque, Alex Pagliardini, Aldo Pisano, Marion Roche, Francesco Striano. |