Note: «Oh ebbrezze riscattateci dai fanghi parassiti e dalla pigra abitudine di vivere / e dagli altri da tanti altri». In un mondo ancor oggi «capovolto nella mola delle unanimi approssimazioni», che ha «spostato le nozioni e confuso i loro vestiti con i loro nomi», in una storia culturale e umana sempre più avvilita e svilita dai mercati e dalle mercanzie dell’artificialità e degli artifici di un linguaggio che c’ingabbia, oche ci frusta» senza accarezzarci in profondità libranti, in un alfabeto di parole buie che hanno spento «il barlume predestinato di ciò che dic?n?», la poesia di Tzara è necessaria e contemporanea quanto la sua provocazione e vocazione poetica: «la breccia aperta al cuore dell’esercito dei nostri nemici le parole»… (dalla presentazione di Roberta De Francesco) |