Note: Una ragazza viene ritrovata nei boschi il 18 maggio. Era sparita il 16 febbraio. La sua memoria è confusa, il corpo è tumefatto ma allo stesso tempo pulito e profumato, e non è tutto, perché è incinta. Il ritrovamento attira l’attenzione dei media, mobilita la squadra della sezione speciale di Torino e scaraventa la famiglia in un abisso di angoscia e paure. Le indagini si concentrano sui sospetti sbagliati, fino a quando lei incomincia a ricordare. Ma la vicenda giudiziaria è solo strumentale, al servizio di quella psicologica. Sheyla Bobba usa la narrazione giornalistica per seguire il filo dei pensieri e delle azioni, un filo che porta non solo alla scoperta di un colpevole, ma a quella di un coraggio che sorprende, che spaventa e che soprattutto insegna. Perché non è detto che dal dolore si debba solo imparare a soffrire. Un romanzo intenso e ricco di simboli che guidano la ripresa di una giovane donna e le danno la consapevolezza che cercava, in un dialogo intimo, privato, col suo ventre, come per un miracolo che a noi non è dato scorgere mentre leggiamo, ma che comprenderemo solo dopo. |