Note: Michel de Certeau è stata una figura eterodossa, capace di interessarsi allo stesso tempo e con la stessa serietà a Ignazio di Loyola, ai fondamenti teorici della storiografia e alle lettrici del settimanale Nous Deux. Nelle università del Nord America in cui insegnava negli anni Settanta nessuno credeva che fosse davvero un gesuita, quando invece era entrato nella Compagnia di Gesù nel 1950, rimanendoci per tutta la vita. Questo testo propone un inedito itinerario di lettura tra i molteplici percorsi che la sua opera ci offre, ponendoci di fronte a Certeau come filosofo della modernità. Dai mistici del XVII secolo a Freud, all’«uomo ordinario», al maggio francese, alla crisi delle istituzioni, il libro segue Certeau nella definizione di un’esperienza del mondo – quella moderna – che si caratterizza per la sostituzione di una logica politica a una religiosa nelle operazioni di produzione e legittimazione della verità, configurando, di conseguenza, la fine della modernità, nell’Occidente che stiamo vivendo, come la perdita della capacità, propria dell’istituzione politica, di «far credere». |