Note: Nel 1857 Herman Melville compie un viaggio in Europa che lo conduce nella Napoli di Ferdinando II, da cui trarrà queste pagine. Il protagonista, una proiezione autobiografica dal nome di Jack Gentian, vecchio marinaio, noleggia un landò e si avventura fra i rumori, i lazzi, i saltimbanchi, la confusione delle vie napoletane.
Applaudito e festeggiato dal popolino in festa, come un potente che riceve ovazioni dalla plebe, Jack prosegue nel giro, persuadendosi che siano sproporzionate le accuse nei confronti della tirannide borbonica sentite in Inghilterra:
«È libero chi è libero dal peso / d’ogni pensiero, e così è questa gente». Ma Gentian-Melville spinge il suo sguardo più in fondo: la vista dei cannoni del Castel Nuovo puntati sulla città e non verso gli accessi dal mare, nonché l’impetuoso fuoriuscire di truppe siciliane dal Castello, costringono l’americano a domandarsi se la scena di allegria collettiva, fosse genuina o non piuttosto una «disperazione rattoppata, / coraggio che addosso gli sbrindella, / vero prodigio di spensieratezza». |