Note: Ciò che passa per istinto di vita lo abbiamo in comune con l’animale: è la stessa vita che vuole vivere, anche nostro tramite o nostro malgrado, ed essa non si arresta, non si ferma, non si modifica, non si piega ai nostri desideri: è il cosiddetto stemma della necessità, per il quale il soggetto autore torna a scoprirsi spettatore. Ma in questo farsi spettacolo della Verità la gravidanza è proprio il primo esempio della possibilità dell’abbraccio non frontale, e perciò caso limite, tra due entità separate ma connesse. Siamo estranei alla nostra vita: posso sempre decidere di farla finita (il suicidio), ma non posso decidere di farla nascere. E se prima della nascita la madre già interagisce con il suo bambino, dopo la nascita l’interazione si propaga all’esterno, fondendo la natura con un abbraccio primordiale, quello che ci ha accolto per consolare i nostri primi vagiti, quello che ci ha sussurrato Benvenuto. |