Note: Questo libro è certamente legato alla cronaca – il referendum costituzionale – ma non ne è a rimorchio. Si interroga sul fatto inquietante che in Italia si possa discutere per trent’anni su una riforma, come quella del bipolarismo paritario, richiesta da Adriano Olivetti e dal Movimento Comunità fin dal 1948, per poi rinviare il tutto alle calende greche, facendo affondare il Paese nelle «sabbie immobili» dei vaniloqui inconcludenti. L’autore scava e mette in luce le radici del fenomeno: una democrazia concepita come pura procedura da immortali azzeccagarbugli e una pratica del potere come appannaggio personale privato invece che come funzione razionale collettiva e servizio alla comunità. Le «appendici» arricchiscono la questione alla luce dell’industrializzazione – fenomeno ormai planetario – come processo sociale globale, al di là del familismo paramafioso e del legami tribali. |