Note: Non sfugge neppure a un lettore ingenuo la non semplice natura della musica indiana, enorme macrocosmo in cui ogni aspetto sembra rinviare agli altri in una fuga di specchi. Non è quasi possibile avvicinarla in modo lineare e univoco, seppure una falsa immagine risulti da quell’aura con cui essa viene percepita soprattutto in termini simbolici. Questo libro approccia il tema da una prospettiva ‘disarmante’, a prima vista neutra e oggettiva. Un panorama sintetico ma esaustivo sugli strumenti correnti nel mondo / continente indiano si rivela taglio ideale allo scopo, in grado di restituire un vero e proprio caleidoscopio musicale. Cosa sarebbe la musica senza gli strumenti che la producono può sembrare questione apparentemente filosofica, ma se solo si riflette si potrà valutare al contrario la relazione tra la musica e i mezzi con cui essa viene prodotta quale fattore squisitamente tecnico. Forse il primo in assoluto: non esiste strumento che non venga accordato e tale operazione è a sua volta riflesso del sistema teorico vigente nel contesto determinato. A un secondo sguardo si rileverà come la sperimentazione costantemente legata all’uso degli strumenti imprima un incessante principio di azione-reazione che promuove la fantasia del costruttore come del musico, qualora non siano la stessa persona. |