Note: Tra un battito di ciglia e l’altro
Diamo per scontato cosa voglia dire per un attimo “immagine”, ”soggetto”, ”oggetto”: pensiamo tra un battito di ciglia e l’altro!
Quando alcune foto riescono a captare i rapporti di luce, fa il suo ingresso un mondo visibile, un evento unico.
Un dipinto per esempio, va guardato immergendosi nelle pieghe del colore, tra lo spessore della sua superficie, tra la prospettiva di rapporti figura-sfondo: la mano è passata di lì con lo sguardo, e ci si deve preparare ad inframondi paralleli che stanno accanto al tutto, che aprono pieghe nelle pieghe, un mondo dentro al mondo.
Con l’immagine fotografica, si manifesta invece una particolare sospensione.
Dice Merleau Ponty che essa “è qui e là magicamente, ma non va da qui a là”.
La questione con la foto e con le foto che di seguito faranno piuttosto da “coro” a queste parole, è di addentrarsi in una sospensione irradiante, come ci fa notare il buon Henri Cartier Bresson, bensì di sospendersi e semplicemente, anche nel mosso (come vuol farci vedere Maurizio Vetri) per esempio, un viso che si volta di profilo non vuole indicare un prima o un dopo rispetto a quello frontalmente rivolto, e ci abbandona (tuttavia con ricchezza) così alla più assoluta indecidibilità.
Ed è appunto questo il proprio della buona fotografia: fare in modo che ogni attimo abbia la medesima dignità dell’altro, nell’unità della luce (chiaramente sia per il bianco e nero che per il colore).
Ed è questo che riesce a commuovere.
Nella grana fisica di queste immagini che, a prescindere dai soggetti, e dalla luce rappresentata, è sempre nella stessa che vediamo il “medesimo” del ”tempo”, la sua unità…che ad ogni istante ha avuto un senso…in questo caso nell’indissolubile…preziosa unità della luce, come ogni cosa (E’) stata…tra un battito di ciglia e l’altro.
Gaspare Gentile |