Note: “Ogni volta che varco la soglia di un museo o mi reco a una mostra ho come l’impressione di compiere un rito sacro, mi predispongo come chi sta aspettando un segno che lo metta sulla strada giusta, che gli apra, per così dire, gli occhi. ‘Aiutami a vedere’, dico rivolgendomi all’immaginario genio dello sguardo, che per lo più tace e si fa desiderare. È una sorta di invocazione per predispormi a ciò che ogni critico d’arte dovrebbe essere capace di fare: saper vedere. Le pagine che formano questo libro dunque sono state scritte giorno per giorno viaggiando da un museo all’altro per registrare, come un cronista, il fatto, o l’evento come s’usa dire oggi. Evento è, infatti, la parola magica che fa roteare i bulbi oculari ai direttori di giornale che da giornalisti subito si trasformano in slot machine che contano quanto rendono le pagine a pagamento vendute come pubblicità alla grande occasione dell’ennesima mostra d’arte accalappia turisti. È il denaro che impone l’opera d’arte sulla scena del mondo e il suo valore non è più legato alla qualità estetica e spirituale dell’opera, ma al suo indice ‘borsistico’. (…) Pedinamenti. Che titolo bizzarro per un libro di critica d’arte. La parola, nel migliore dei casi, evoca infatti qualcuno che insegue qualcosa e osserva senza farsi notare. Amo pensare che i pedinamenti più fruttuosi siano quelli che muovono all’oscuro della meta e finiscono in vicoli ciechi. Perché seguire le orme o i segni che l’artista ci lascia impone al critico di avere almeno tanta immaginazione quanta teoria”.
Maurizio Cecchetti (Cesena 1960), editore e critico d’arte, dirige la casa editrice Medusa ed è redattore di “Avvenire”. |