Note: Provo a spiegare il mio personale modo d’intendere l’aforisma, evitando accuratamente, s’intende, di magnificare le personalissime regole tratte dalla mia esperienza di vita, condensate in quelli che, per pudore, sono chiamati pensieri minimi. Minimi, anzitutto perché, almeno per la maggior parte, hanno il pregio della brevità espositiva, che, si spera, renderà, se non altro, spedita la lettura; in secondo luogo, perché i “pensieri” - anche quelli più lunghi - non hanno la pretesa di assurgere a massime eterne. Si accontentano di dire la loro, coscienti di cantare fuori dal coro e di avere una pessima interlocutrice: la cattiva coscienza, la quale, amando mimetizzarsi coi panni della convenzionalità e dello stereotipo, mal si adatta ad ascoltare le voci irriverenti nei confronti dell’una e dell’altro e difficilmente è disposta a condividerle. |