Note: Con la distruzione, ad opera dalle armate tedesche nel settembre del 1943, dei Registri della Cancelleria angioina, sono andate perdute tutte le fonti primarie su cui ricostruire la vita del Cavaliere Pietro Braherio rendendo indipensabile il lavoro di storici ottocenteschi quali i francesi Leon Cadier e Paul Durrieu e gli italiani Camillo Minieri Riccio e Michelangelo Schipa. Le prime tracce di Braherio si trovano a Napoli tra il 1278-1282 quando appare nel ruolo di ajo, maestro-governante, magister hospitii di Carlo Martello, figlio di Carlo II e nipote prediletto di Carlo I d’Angiò. E con questa mansione il Cavaliere vive nel Palazzo reale (prima Castel Capuano, poi Castel Nuovo) soprintendendo all’educazione e alla vita sociale del giovane principe e del gruppo di amici e parenti che vivono con lui fino alla morte prematura del giovane erede d’Angiò a Napoli il 12 agosto 1295. Ma alla carica di istitutore del giovane si affianca quella più strettamente politico-amministrativa di Giustiziere di Terra di Lavoro nel 1289, conte di Caserta, vice-maitre justicier del Regno nel 1295, e di nuovo Giustiziere di Terra di Lavoro dal 1297 fino al 1298, data della sua morte. Alla sua morte fu sepolto nell’Abbazia benedettina del Santo Salvatore de Telesia sotto una bellissima lapide descritta da due grandi storici ottocenteschi: Gabriele Jannelli e Libero Petrucci |