Note: «Ogni uomo è il suo racconto, fosse anche solo quello che fa a sé stesso, un granello di polvere della storia.» Non è un caso che si cita il neurobiologo Lamberto Maffei nel libro Quando raccolsi la luna; non è un caso perché il testo è soprattutto la confessione dell’autore a se stesso, un parlare ad alta voce al proprio cuore e alla propria coscienza. Un raccontarsi che trae origine dallo sguardo dei comportamenti umani, dal confrontarsi con i pensieri che, robusti o effimeri, incrociano il viatico quotidiano dell’autore. La raccolta è divisa in due sezioni, versi e prosa, ma siano versi o prosa è la parola che occupa un posto decisivo nel lavoro e sembra che l’autore faccia proprio il pensiero di Flaiano: la parola ferisce, convince, placa. La raccolta ha come sottotitolo parole naufraghe; parole che sembravano disperse nella memoria e che vengono recuperate restituendo profumi e ambienti che parevano persi. Ma soprattutto parole naufraghe sono quelle tante parole che si stanno perdendo rendendo l’uomo sempre più povero di pensiero e ragionamento; un uomo sempre più depauperato di sentimenti e emozioni. |