Note: Un’autentica chicca per chi ama e conosce l’opera di Pierre Naville: quindi per poche persone, visto che egli non ha avuto grande fortuna in Italia, benché molti dei suoi moltissimi libri siano stati tradotti. Ma dovrà essere scoperto prima o poi anche da noi, essendo stato la massima espressione della cultura europea del Novecento in campo scientifico-umanistico: fondatore della sociologia del lavoro insieme a Friedmann; studioso pionieristico della psicologia applicata alla tecnica; massimo studioso dei sistemi burocratici (particolarmente dell’Urss, con ben 5 dei 6 volumi del “Nuovo Leviathan”); fondatore e direttore della prima rivista surrealista (con Breton negli anni ’20) e uno dei longevi studiosi del surrealismo; collaboratore di Trotsky e tra i fondatori della Quarta internazionale; cofondatore del Psu francese (il partito di M. Rocard); studioso di questioni militari, problemi di navigazione, psicologia behavioristica, tecnologie del lavoro, mutamenti politici in Asia, autore di romanzi ecc. ecc. Fiore all’occhiello del Cnrs francese, ha lasciato un patrimonio teorico senza precedenti. Era però sfuggito questo Quaderno di appunti (da lui stesso intitolato “Souvenirs et Pensées”), ritrovato nascosto nella sua biblioteca. Qui Naville aveva registrato (dall’88 al ’93, due mesi prima della morte), le proprie riflessioni sugli eventi francesi e del mondo, sui nuovi libri in uscita, sui libri che avrebbe voluto ancora scrivere, sui personaggi del giorno e su altri del passato, su scrittori antichi e moderni. Insomma un autentico diario culturale non destinato alla pubblicazione, in cui Naville si rivela in tutta la sua grandezza spirituale: come uomo dotato di cultura prodigiosa che, nonostante l’età, ancora lotta per arricchire il proprio patrimonio culturale, riflettendo e registrando i propri pensieri in forma sistematica e relativamente organizzata. Un’autentica chicca, come dicevamo all’inizio, per chi conosce l’itinerario storico-politico di Naville. |