Note: ROCKIN’ ON THE ROAD è il sotto titolo della collana POETICS OF PHOTOGRAPHY dedicata alla cultura della visione dove l’immaginazione-reverie è il motivo del rapporto con lo spazio in figura di immagine. Questo incipit si lega al pensiero dell’immagine come luogo poetico, allo sguardo del poeta che apre e chiude porte figurative e / o illuminazioni figurali, serie di simboli, che sono gli stessi approcci del fotografo al contatto con la realtà quando estrae, idealizza, l’immagine immaginata. Il luogo dove avviene questa interpretazione è la città, quinta teatrale dell’uomo, nella quale la luce, naturale e artificiale, dal XIX secolo in poi, ne fa icona della rappresentazione fotografica. La pura luce e la pura oscurità sono due vuoti, che sono lo stesso. (Hegel) L’architettura e il baleno della velocità diventano i paradigmi del clic del poeta-fotografo nel fantasmatico mix tra i macro grattacieli ed i micro esseri umani: l’ispirazione pervade la rappresentazione… In fondo è l’utopia che accompagna il fare arte ed il tentativo di esaurimento di un luogo newyorchese è il fil rouge che lega questo rockeggiare fotografico on the road. Alle volte è dentro di noi qualcosa (che tu sai bene, perché è la poesia) qualcosa di buio in cui si fa luminosa la vita… (Pasolini) |