Note: SAFARI NI HATUA completa la trilogia dei primi passi. I primi passi di un giovane alla scoperta del mondo, di un agronomo globe trotter in una carriera internazionale; di un uomo che decide di condividere le esperienze di una vita di viaggi per raccontare di privilegi e contraddizioni del nostro tempo e trarne insegnamenti per leggere il presente. Attraverso la rilettura dei diari di viaggi coinvolgenti si aprono squarci di vita nell’Africa di 40 anni fa, storie di incontri e di avventure. Il filo conduttore è il desiderio di andare verso l’altro, di entrare nella sua realtà per comunicare senza mai giudicare. L’autore ci accompagna nei corridoi di una organizzazione internazionale, poi si atterra nel bel mezzo di un progetto di lotta alla desertificazione nel Sahel o tra le colline coltivate a grano e triticale in Ruanda e Burundi. Ci fa salire su una moto per arrivare a Lamu; si attraversa il Serengeti su una Land Rover per poi camminare fin sul tetto dell’Africa. Pagina dopo pagina si ha la netta sensazione di viaggiare in modo autentico, di conoscere alcuni segreti del Grande Gioco della Cooperazione allo Sviluppo, di intuirne fatti e misfatti. Lo stile è spontaneo, semplice, colloquiale. Si legge con la piacevole impressione che l’autore si indirizzi proprio a te, e a te soltanto, per confidarti le emozioni di allora a conoscere gli esploratori, i missionari, il colonialismo e post colonialismo e le sue riflessioni di oggi sulla violenza dilagante e le epidemie. Un vero antidoto all’astinenza da viaggi in periodo di pandemia. |