Note: La focalizzazione agiografica, l’idolo delle tribù, ovvero l’ossessione delle origini non consente di cogliere la specificità del divenire storico-sociale di un territorio, il Capo Pachino che, per ben diecimila anni, dal Mesolitico e fino alla Colonizzazione normanna, ha avuto un grande ruolo nelle dinamiche insediative ed economico-produttive della Sicilia orientale. Con questi tre saggi l’autore scioglie alcuni nodi problematici che contribuiscono a rompere finalmente quella cristallizzazione della conoscenza storica sul Promontorio, che ne ha svilito la narrazione storica e relegato la cuspide sud-orientale al ruolo di vassallo della vicina Noto. Assolutamente centrale nel libro è il primo saggio, La via Elorina e il Capo Pachino: Cugni Calafarina crocicchio delle vie del sale. L’autore presenta le evidenze archeologiche di tre tracciati viari dell’età greca sul colle Cugni Calafarina, le due vie del sale e della pietra. Nel secondo risolve, finalmente, l’enigma sul significato del toponimo Marzamemi, da Marsâ ’al hamâm, Porto della Colomba e non già baia delle tortore. Nel terzo saggio presenta alcune note critiche sulla presenza cinquantennale del marchese Antonio Di Rudinì nei lidi pachinesi, nel secondo Ottocento. |