Note: Beatrice e Aldo sono finalmente pronti per le nozze che hanno sognato, eppure non riescono a vivere l’evento con serenità, lei deforme per le cure, lui consumato dall’apprensione. Beatrice è una donna difettosa: è attraverso la sua voce che ne scopriamo la storia; un ruvido passato di periferia romana, in balìa degli umori d’un padre tanto squilibrato quanto comico da cui è convinta di aver ereditato la follia, e il presente, che con la morte del padre sembra aprirsi a un nuovo inizio ma è soffocato dalla scoperta di una malattia autoimmune, e cadenzato da ospedali e cure che non sembrano funzionare. Da un deprimente hinterland romano alla salvezza di una Toscana bucolica, la felicità deve fare i conti con una sensazione di punizione e l’idea di meritarsi un dolore ereditato. Ma Beatrice combatte l’idea a colpi di ironia, donandoci una storia profonda e divertente, che trasforma i mostri in mitologiche caricature, e che può meritarsi forse un lieto fine, o qualcosa che ci assomiglia. |