Note: Dopo il volumetto di esordio, Tra i boschi di Fauno assonnato, Angelo Santangelo pubblica Screziature della porcellana. Il titolo meravigliosamente enigmatico di questa nuova raccolta poetica indica la composita materia delle 49 liriche distribuite in cinque sezioni, nelle quali ricorre un’originale semantica della liquidità sovente commista ad altre sostanze naturali o culturali. Ognuna delle cinque sezioni si apre con un esergo tratto da alcuni poeti coi quali Santangelo intimamente dialoga. Un esempio maggiore di questo fecondo dialogo tra poeti è costituito dalla lirica eponima, Screziature della porcellana, esplicitamente dedicata al poeta Angelo Scandurra e introdotta dai versi tratti da una poesia d’amore di Luca Canali: «Eppure non ti infrangi / esile creatura / di porcellana». Quanto al termine screziature, esso è disseminato e variamente enunciato anche in altri versi («porcellana screziata», «gocciolano / screziature e desideri»), tra cui uno particolarmente incisivo: «spighe screziate di resistenza» e, in posizione privilegiata, in una poesia di Pierluigi Cappello, che fa da prologo all’intera raccolta: «lo specchio immobile dell’iride / screziato dall’ombra delle foglie». La materia poetica screziata, macchiata, incandescente, franta, combattuta tra il buio («alone di buio») e la luce («luce impaziente»), tra parole mancanti («parole scalze») e ancora la luce («luce soffocante», ma anche «anamnesi di luce») si ricompone allora grazie ad una architettura poetica al contempo salda e precaria come ogni illusione («se non fosse la vita a farsi illusione / e sfera»).
Rosalba Galvagno |