Note: I primi decenni del XX secolo costituiscono un momento straordinariamente felice per la produzione letteraria cinese e per quella di Shanghai in particolare. La Parigi d’Oriente è la grande metropoli delle concessioni straniere, un crocevia vivacissimo di avventurieri, di artisti, di intellettuali impegnati, di belle donne, di imprenditori, di perditempo e di miliardari gigolò, è, insomma, un luogo alla moda dove la programmazione cinematografica coincide spesso con quella di New York. Ma è anche una città di miseria estrema, di ingiustizia e di ineguaglianza. I temi, il linguaggio, la sensibilità personale e artistica degli scrittori dell’epoca sono assai vicini a noi, più vicini forse di quanto non accada per gli autori della Cina contemporanea. L’ironia graffiarne che percorre il racconto II signor Hua Wei potrebbe essere applicata senza nessuna difficoltà a una serie di personaggi più o meno oscuri della scena italiana, professionisti della politica senza arte né parte. Allo stesso modo gli scrittori di successo, affamati di quattrini, che affollano inutilmente i nostri talk show, sono buoni sodali de Le sofferenze del Salsiccia. Entrambi i personaggi escono dalla penna di Zhang Tianyi (1906-1985), uno dei grandi della letteratura del Novecento, a tutt’oggi del tutto sottovalutato... Introduzione di Stefania Stafutti. |