La lingua della Sinfonia Lirica e dei Soliloqui è un fluire spontaneo e apparentemente incontrollabile di parole in libertà, che rifiutano di essere ingabbiate in rigide strutture metriche; c’è, di fondo, un raffinato gusto per la sperimentazione che si avverte nell’attenzione alla musicalità del verso ed alla sonorità del lessico. Rodio usa la parola come un pennello per dipingere presenze fisiche, immagini vive, reali, concrete; l’uso evocativo della Parola poetica stimola l’immaginazione visiva, trasporta il lettore nell’universo dell’autore: chi legge viene empaticamente assorbito dalla situazione poetica a tal punto da sentirsene partecipe. Scenario e fonte d’ispirazione primaria di queste due raccolte di poesie è la vita quotidiana in cui il leitmotiv è la ricerca dell’Altro, che per Rodio, è lo strumento privilegiato per trovare il Sé. La Poesia allora diventa un dispositivo filosofico per indagare e decodificare la realtà circostante, ma anche l’unico ‘strumento umano’ possibile per affrontare questa realtà e nobilitarla, restituendole la dignità storicamente perduta. Dello stesso autore: “Sonate e Suite Liriche” (Edizioni Progetto Cultura, Roma) luigirodio.jimdo.com
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